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Olii Essenziali: Una panoramica su un mondo in continuo sviluppo.

Olii Essenziali: Una panoramica su un mondo in continuo sviluppo.

Oli Essenziali: Cosa sono?

Nelle piante sono presenti sostanze aromatiche definite oli essenziali. La loro estrazione, con vari sistemi, porta a liquidi più o meno viscosi, per lo più insolubili in acqua.Gli oli essenziali sono di vitale importanza ed è per questo che vengono definiti Essenziali, in quanto racchiudono, sotto forma di centinaia di molecole diverse, tutti i principi attivi concentrati che permettono alla pianta di creare la sua riserva energetica e il suo sistema di difesa.

Gli oli essenziali, pur essendo chiamati oli, hanno una struttura e una consistenza diversa dai comuni oli (oli stabili o comunque grassi), in quanto sono molto volatili e quindi tendono a passare facilmente allo stato gassoso: il caratteristico forte aroma che emanano ne è la prova più evidente. Questi preziosi oli la natura li dispensa agocce, talvolta pochissime gocce, per una grande quantità di materiale.Un caso su tutti è quello della Rosa: per ottenere un solo litro di olio essenziale occorrono ben due tonnellate di petali e per una sola goccia di olio essenziale sono necessarie ben trenta rose. Un olio essenziale, pur facendo parte della stessa pianta ma da organi diversi, può variare anche come composizione chimica: ad esempio quello estratto dalle radici di Cannella ha una composizione diversa da quello estratto dalle foglie. Inoltre possono variare perché influenzati da fattori come: il terreno, il periodo di raccolta, la stagione, le condizioni atmosferiche.

 

Oli Essenziali: Principali componenti

Vediamo adesso nel dettaglio la composizione chimica degli olii essenziali e lo studio dei gruppi che li compongono e ne sviluppano la funzione d’utilizzo. I terpeni sono una famiglia molto ampia di idrocarburi insaturi aromatici ed i loro nomi li troviamo in genere con il suffisso -ENE. Le molecole dei terpeni sonocostituite da due o più unità di Isoprene (composto da 5 atomi di C), in base alle dimensioni possiamo distinguere:

Emiterpeni:
1 unità isoprenica e 5 atomi di Carbonio Monoterpeni:
2 unità isopreniche e 10 atomi di C
Sesquiterpeni:
3 unità isopreniche e 15 atomi di C
Diterpeni:
4 unità isopreniche e 20 atomi di C
Sesquiterpeni:
5 unità isopreniche e 25 atomi di C
Triterpeni:
6 unità isopreniche e 30 atomi di C
Tetraterpeni:
8 unità isopreniche e 40 atomi di C

 

I terpeni sono presenti nella maggior parte degli olii essenziali. In genere il più presente è il monoterpene, di elevata volatilità, mentre sesquiterpeni e diterpeni vengono notati per il loro forte odore. I composti terpenici, che possono essere a basso o alto peso molecolare, vanno a distinguere una resina contenuta nei tessuti di secrezione dagli olii essenziali contenuti ad esempio nei peli ghiandolari di una pianta, le resine hanno consistenza semisolida in quanto costituite da terpeni ad alto peso molecolare, mentre un o.e. è liquido perchè contiene terpeni a basso peso molecolare. Hanno un raggio di azione ampio con proprietà antivirali, antisettiche, antibatteriche, antinfiammatorie. Ad esempio l’olio essenziale di pino o di limone.

Oli Essenziali: Composizione Chimica

 

I gruppi funzionali sono dei particolari gruppi di atomi che sostituiscono uno o più atomi di idrogeno negli idrocarburi e conferiscono particolari proprietà al composto. Ogni gruppo funzionale condivide determinate caratteristiche ed ogni singolo olio essenziale può contenere diversi composti tratti da uno o più di questi gruppi che vanno a caratterizzare gli anelli aromatici, o composti aromatici o areni.

 

ALDEIDI

Il suffisso che le caratterizza è -ONE, per esempio il verbenONE presente nel rosmarino. Sono composti idrofili quindi li possiamo ritrovare anche negli idrosol dopo la distillazione a vapore. Hanno un effetto rigenerativo sulla pelle danneggiata, azione mucolitica, azione stimolante sul sistema nervoso centrale. Si raccomanda comunque di usare prudenza nell’uso di o.e. che hanno elevate quantità di chetoni.

ALCOLI

Il gruppo alcolico è caratterizzato dal suffisso -OLO ad esempio il linalOLO nel timo o il geraniOLO nella rosa e nel geranio. Gli olii essenziali menzionati contengono anche alcol monoterpenici.Le proprietà collegate agli alcoli sono quelle antisettiche, battericide, antivirali, cardiotoniche, diuretiche.

ACIDI

Sono raramente presenti negli olii essenziali, l’esempio più comune è l’acido benzoico presente nel benzoino, e l’acido geranico del geranio. Combinandosi con un alcool, gli acidi formano gli Esteri, importanti composti aromatici.

ESTERI

Sono riconoscibili dal suffisso -ILE che viene aggiunto al nome dell’alcool ed il suffisso -ATO che troviamo nel nome dell’acido, ricordiamoci che un estere è dato da ALCOLI+ACIDI. Ad esempio: acido acetico+linalolo otterremo l’estere acetATO di linalILE, presente nella Lavanda. In generi gli esteri sono fruttati e fragranti e quelli presenti negli o.e. sono molto volatili e nel periodo di massima fioritura del fiore si trova la maggior concentrazione di esteri. Gli esteri hanno effetti sedativi, fungicidi, antispastiche, antimicotiche.

FENOLI

Condividono lo stesso suffisso degli alcoli e questo può creare confusione ed hanno anche in comune alcune proprietà. Sono tra le molecole più utile per un uso antinfettivo, ad esempio il timOLO presente nel timo e l’eugenOLO presente nel basilico. Le proprietà dei fenoli sono immunostimolanti, antispastiche sulla muscolatura liscia, battericide, fungicide, antiparassitarie, stimolanti per il sistema nervoso centrale. Gli olii essenziali che contendono elevate quantità di fenoli possono risultare irritanti per la pelle e le membrane mucose, quindi da usare sempre con prudenza ed a basse concentrazioni.

OSSIDI

Si trovano in una vasta gamma di olii essenziali come l’eucalipto che contiene cineolo come principale costituente. Derivando dall’alcol conservano il nome di questo con l’aggiunta di “Ossido”. Gli ossidi stimolano le ghiandole mucose del tratto respiratorio quindi agiscono da potenti espettoranti. In presenza del cineolo nell’eucalipto quest’ultimo non deve essere usato sui bambini piccoli.

LATTONI E CUMARINE

I lattoni li distinguiamo nei loro nomi comuni con il suffisso -INA, ad esempio l’elenalina presente nell’arnica. Le cumarine invece le troviamo con il suffisso -ONE ad esempio l’umbelliferone presente nell’angelica e sono derivate dei lattoni. I Lattoni hanno una spiccata azione chetonica e mucolitica, le cumarine hanno una particolare affinità con il sistema nervoso centrale come anticonvulsive, calmanti, sedative. Cumarine e furocumarine possono causare fotosensibilità, ad esempio il bergaptene è una nota furocumarina presente nell’o.e. del bergamotto.

 

Dopo questo bel viaggio nel cocktail di sostanze chimiche che caratterizzano gli oli essenziali, vediamo adesso di fare qualche esempio con uno di questi e capire da cosa è composto e da ciò risalire alla sua funzione terapeutica. Partiremo dalla lista dei principali costituenti chimici per poi dire a che olio essenziale appartiene. “LimonENE (ca. 70%), mircENE, pinENE, bisapolENE, sabinENE, nerOLO, linalOLO, geraniOLO, citrALE, citronellALE” Abbiamo terpeni (-ENE), alcoli (-OLO), aldeidi (-ALE). Di chi si tratta? Lo avete sicuramente già capito, è l’olio essenziale di: CITRUS LIMONUM, il nostro amato e conosciuto Limone. Dati questi principali suoi costituenti ne possiamo dedurre la sua azione antisettica, antimicrobica, astringente, tonica, rubefacente.

 

Oli Essenziali: Metodi di Estrazione

La spremitura

è il metodo utilizzato in genere per ottenere le essenze dalla buccia degli agrumi che accumulano gli oli essenziali nella scorza. Si tratta di un metodo di estrazione di tipo meccanico che si esegue a freddo e non comprende alcun trattamento chimico, la scorza del frutto viene sminuzzata e sottoposta a pressione in particolari torchi idraulici con l’aggiunta di poca acqua; la mistura di acqua e olio viene poi separata con una centrifuga.

Enfleurage

metodo antichissimo, oggi quasi completamente caduto in disuso, usato per estrarre gli oli essenziali dai petali e dalle parti molto tenere e delicate delle piante, che si danneggerebbero facilmente se sottoposti al calore della distillazione. I fiori vengono appoggiati su lastre ricoperte di grasso purificato, sfruttando la capacità dei grassi di assorbire gli odoti. I fiori cedono al grasso il loro profumo e sono sostituiti con altri fiori, finchè il grasso non si satura di profumo. Poi si scioglie il grasso con alcol e quindi si separa l’olio essenziale.

Estrazione con solventi

questo tipo di estrazione è adatta per sottoporre a estrazione fiori delicati, come la rosa e il gelsomino, contenenti essenze che si altererebbero se sottoposte a calore. La droga viene fatta attraversare da un solvente idoneo (etere, benzene, esano…) che ne consenta l’estrazione ma che al contempo non sia tossico o di cattivo odore. Il solvente viene quindi allontanato dall’olio ottenuto.

Distillazione in corrente di vapore

è un processo di separazione basato sul fatto che alcuni dei componenti presenti in una matrice vegetale evaporano più di altri. Questa tecnica sfrutta il fenomeno secondo cui la temperatura di ebollizione del componente più volatile (olio essenziale): secondo questo principio gli oli essenziali (composti termolabili) possono essere estratti senza subire degradazioni, in quanto la temperatura raggiunta durante la distillazione non supera mai i 100° C. Si tratta di uno dei metodi più usati per l’estrazione degli oli essenziali e si effettua mediante l’uso del distillatore, strumento formato da più contenitori stagni, da un generatore di vapore e da una serpentina di raffreddamento. La corrente di vapore può investire il vegetale in modo diretto (distillazione) o indiretto (idridostillazione). Nella distillazione il vapore è prodotto da un generatore (caldaia) e introdotto nella camera di distillazione (contenitore in cui viene posta la droga). Il vapore entra a contatto con il materiale vegetale, lo distende, ammorbidisce, aumenta la permeabilità delle sue membrane fino a rompere le cellule stesse, permettendo all’essenza di uscire e di essere trasportata secondo il flusso del vapore stesso. Questo viene poi raccolto in un tubo collettore fino alla serpentina di raffreddamento; qui i vapori carichi di olio essenziale si condensano e, poiché olio essenziale ed acqua sono tra loro immiscibili, si separano stratificandosi: l’olio essenziale, più leggero, al di sopra dell’acqua. Nell’idrodistillazione invece il materiale vegetale è immerso in acqua che viene riscaldata fino ad ebollizione determinando la formazione del flusso di vapore che trascina l’olio essenziale nel condensatore e poi nel sistema di decantazione. In entrambi i casi l’acqua recuperata nella decantazione può essere inviata di

nuovo nel distillatore o recuperata in un sistema dove avviene la separazione delle due fasi per gravità, con scarico dell’acqua aromatica (o idrolato) nella parte bassa del sistema e raccolta dell’olio essenziale dall’alto. Talvolta l’olio essenziale ottenuto viene sottoposto ad ulteriore distillazione oppure rettificato allo scopo di eliminare eventuali residui non volatili; inoltre alcuni oli essenziali vengono distillati a temperature differenti per ottenere determinati costituenti ed escluderne altri, in questo caso l’olio essenziale non potrà più essere definito integro o naturale, ma reso funzionale per una specifica applicazione. Per gli oli essenziali destinati all’uso terapeutico, le Farmacopee Europea e Italiana ammettono due soli procedimenti di estrazione: distillazione in corrente di vapore e spremitura a freddo.

 

Oli Essenziali: Metodo di Analisi e percezione

Cromatografia

Il termine cromatografia racchiude una serie di metodi analitici in grado di separare e quantificare singolarmente i diversi componenti presenti in miscele di analiti anche molto complesse. I metodi cromatografici sfruttano la diversa affinità delle molecole e degli ioni nei confronti di due fasi diverse. L’attrazione può dipendere da legami temporanei come legami idrogeno, interazioni dipolo-dipolo e legami di Van der Waals Il rivelatore è il dispositivo in grado di segnalare il passaggio di ciascuno di essi fornendo un segnale proporzionale alla loro concentrazione o quantità. Una delle due fasi viene immobilizzata (fase stazionaria) mentre l’altra fase (fase mobile) viene fatta scorrere continuamente su quella stazionaria. La miscela di analiti viene eluita nella fase mobile, la separazione nel tempo degli analiti dipende dalla diversa entità della loro interazione con la fase stazionaria. Il cromatogramma è un grafico avente in ascisse il tempo e in ordinate la concentrazione o quantità di analiti. 

Odori e memoria

Molti aromi ci legano a ricordi della nostra infanzia. Un semplice profumo di fiori di biancospino bastava allo scrittore Marcel Proust per ricordare, insieme alla siepe della sua casa di campagna, tutte le

storie dei personaggi che animavano la sua infanzia. Tutte le sensazioni evocate dagli odori si riferiscono ad avvenimenti personali, avvengono casualmente, ma sono dotate di grande intensità e cariche di emozioni. Inesprimibili con parole, gli odori sono memorizzati in modo emozionale. In realtà si tratta di un ricordo “vivificato” che si riattualizza e si riaffaccia alla coscienza conducendo con sé le stesse sensazioni ed emozioni vissute nel passato e che sembra cancellare, per un breve attimo, le distanze spazio-temporali.

L’olfatto e gli oli essenziali

Di tutti i sensi, l’olfatto è il più “primitivo”: i suoi messaggi passano direttamente al sistema limbico e la percezione olfattiva è quindi più immediata e meno controllata rispetto a quello di tutti gli altri sensi. L’olfatto è l’attività sensoriale sollecitata dagli oli essenziali. Le molecole aromatiche che si diffondono nell’aria raggiungono la parte superiore delle cavità nasali. Qui, in una nicchia sul retro delle cavità, si trovano cinque centimetri quadrati di tessuto mucoso specializzato nel recepire lo stimolo degli odori. Le cellule olfattive sono cellule nervose alloggiate tra le cellule supportanti l’epitelio di cui è rivestita la cavità nasale. Hanno forma allungata, presentano sulla superficie ciglia che raccolgono gli stimoli odorosi e li trasmettono alla fibra nervosa (neurite) che si origina alla loro base. I neuriti di più cellule olfattive formano fibre che attraversano la sottile lamina ossea che costituisce il tetto delle cavità nasali. Nella mucosa nasale, le ciglia olfattive vengono stimolate attraverso il contatto diretto con le molecole odorose. Le cellule olfattive, una volta sollecitate dalle molecole odorose, trasformano lo stimolo chimico in impulsi elettrici che vanno a stimolare i centri olfattivi dei bulbi. Da qui il messaggio viaggia verso altre regioni del cervello (corteccia olfattiva), dove viene analizzato e confrontato con i modelli di riconoscimento già immagazzinati. In particolare avvengono delle connessioni

con aree filogeneticamente antiche del cervello (sistema limbico), in relazione con gli stati emotivi, il tono dell’umore, la sessualità, l’aggressività, l’alimentazione, la riproduzione. Questa cascata di reazioni biochimiche e neurofisiologiche avviene in un tempo estremamente breve, nell’ordine dei 300/400 millesimi di secondo.

Oli essenziali e aromaterapia

Per Aromaterapia si intende un metodo curativo olistico che può agire su processi fisici, mentali e spirituali attraverso l’uso di oli essenziali. La sua particolarità è di coinvolgere nello stesso tempo il corpo e i sensi. Questo dualismo, detto olistico, si traduce in un triplice effetto: la cura, l’energia, il rilassamento. Il termine “aromaterapia” si riferisce al fatto che tutti gli oli essenziali hanno un profumo caratteristico, mentre “terapia” si riferisce alla capacità curativa. L’aromaterapia è quindi la scienza di utilizzare gli oli essenziali. Porta benefici terapeutici in diversi campi, come nella bellezza, nel benessere generale, nella sfera emotiva, ed è sempre più nota la sua efficacia come metodo naturale.

Proprieta e usi

Gli oli essenziali si prestano a numerosi usi: per la salute, la bellezza, la disinfezione e la profumazione degli ambienti. Sono ormai noti e dimostrati i notevoli effetti terapeutici degli oli essenziali, primo fra tutti il potere battericida. Nella metà degli anni cinquanta, numerosi ricercatori (Valnet, Belaiche, Lapraz ecc.) accomunati dalla passione per la medicina naturale, studiarono il potere battericida di ben 175 essenze aromatiche. Da qui elaborarono un “indice aromatico” avvalendosi di un metodo di laboratorio denominato aromatogramma. L’aromatogramma serve per determinare il potere battericida degli oli essenziali, come? In alcuni terreni di coltura di germi patogeni, vengono posti dei dischetti imbevuti con alcune gocce di essenza. Dopo circa 36 ore si misura la resistenza del ceppo batterico al potere germicida dell’olio essenziale testato. Attorno ai dischetti si svilupperanno degli aloni più o meno estesi e l’estensione dell’alone dimostra il potere germicida dell’olio essenziale: più l’alone risulterà esteso, più l’essenza sarà dotata di attività antimicrobica.

 

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